Che il tuo prossimo è colui che ti sta vicino, fisicamente. Anche solo di balcone.
Riscoprirli - o in molti casi scoprirli per la prima volta - cantando a squarciagola canzoni belle e meno belle della tradizione italiana dai nostri balconi. Era un'iniziativa nata all'inizio di questa quarantena, in tutta Italia. Ma qui ha assunto un sapore diverso, ed è diventata una magnifica tradizione che scandisce il nostro tempo. Due turni, alle 18.00 e alle 21.00, il turno serale con un po' di torce, per fare più colore.
Non mi sono mai sentito così vicino alla gente, ha detto quel ragazzo che a stento salutavo fino a un mese fa.
Per la prima volta in questi giorni mi sono fermato ad osservarli, anche solo dai balconi. C'è di tutto in questi condomini di Via di Pietralata. C'è anche una coppia che troppo bene non sta, sembrano tossici. E una signora straniera - chissà di quale nazionalità - che accumula spazzatura sul suo balcone e se continua così giuro che chiamo l'ASL.
La maggior parte delle persone resta rinchiusa in casa, forse odia la gente, o le canzoni, o la felicità.
Ma il punto è che l'allegria, la vita, sono più forti del silenzio e della sporcizia. E' l'esatto opposto di quel che ho sempre creduto, che il bene fosse silenzioso e discreto, che facesse più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.
Oggi è tutto diverso, sei o sette famiglie affacciate dai loro balconi possono trasformare due palazzine di musoni e dare un volto di speranza alle giornate sempre uguali.
O almeno così era fino a ieri.
E' iniziata la fase 2 dicono. E' tempo di ricominciare una vita un po' più simile a quella di prima, anche se i bambini stanno ancora a casa e in ufficio ci si va un po' meno.
Alle 18 e alle 21 è il silenzio ora, a scandire il tempo.
Dei sorrisi un po' forzati, affacciati dai balconi.
Quasi come se, vergognosamente, qualcosa ora ci mancasse.
Riscoprirli - o in molti casi scoprirli per la prima volta - cantando a squarciagola canzoni belle e meno belle della tradizione italiana dai nostri balconi. Era un'iniziativa nata all'inizio di questa quarantena, in tutta Italia. Ma qui ha assunto un sapore diverso, ed è diventata una magnifica tradizione che scandisce il nostro tempo. Due turni, alle 18.00 e alle 21.00, il turno serale con un po' di torce, per fare più colore.
Non mi sono mai sentito così vicino alla gente, ha detto quel ragazzo che a stento salutavo fino a un mese fa.
Per la prima volta in questi giorni mi sono fermato ad osservarli, anche solo dai balconi. C'è di tutto in questi condomini di Via di Pietralata. C'è anche una coppia che troppo bene non sta, sembrano tossici. E una signora straniera - chissà di quale nazionalità - che accumula spazzatura sul suo balcone e se continua così giuro che chiamo l'ASL.
La maggior parte delle persone resta rinchiusa in casa, forse odia la gente, o le canzoni, o la felicità.
Ma il punto è che l'allegria, la vita, sono più forti del silenzio e della sporcizia. E' l'esatto opposto di quel che ho sempre creduto, che il bene fosse silenzioso e discreto, che facesse più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.
Oggi è tutto diverso, sei o sette famiglie affacciate dai loro balconi possono trasformare due palazzine di musoni e dare un volto di speranza alle giornate sempre uguali.
O almeno così era fino a ieri.
E' iniziata la fase 2 dicono. E' tempo di ricominciare una vita un po' più simile a quella di prima, anche se i bambini stanno ancora a casa e in ufficio ci si va un po' meno.
Alle 18 e alle 21 è il silenzio ora, a scandire il tempo.
Dei sorrisi un po' forzati, affacciati dai balconi.
Quasi come se, vergognosamente, qualcosa ora ci mancasse.